a momenti ce ne dimenticavamo


Repubblica.it ha questa home page, in questo momento: Berlusconi che non aprirà la Conferenza nazionale della famiglia; Draghi: “stabilizzare i precari”; Michele Misseri che accusa la figlia; Tremonti e Prestigiacomo che litigano per i fondi all’ambiente; l’editoriale di Ezio Mauro (o almeno credo, c’è Ezio Mauro in foto stile santino); wifi libero; pacchi bomba rivendicati da Al Qaeda; aereo caduto in Pakistan; fiamme all’ospedale Bambin Gesù di Roma; PD, via alla convention di Renzi e Civati.

Decima notizia.

Ora, cara Repubblica, se davvero sei un giornale di sinistra, se davvero ti sta a cuore il destino della sinistra in Italia, allora magari un esperimento come quello di “Prossima fermata: Italia” dovresti lasciarlo respirare, e portarlo in primo piano, e fare in modo che sia conosciuto. Non pretendo la diretta web come fa il Post o l’Unità.

Sennò va bene, continua pure a fare il giornale di sinistra e di partito, il ruolo che spettava un tempo all’Unità, e a fare dei discorsi da borghesotti imbolsiti: continuate a dire quello che la “gente di sinistra” vuole sentirsi dire. Continuate a dire che Berlusconi è cattivo e puttaniere, e basta, ché è facile ridurre tutto ai minimi termini, no?

Qualcuno mi ha detto: «troppo comodo dire “quelli sono dei pezzi di merda, noi siamo i buoni”, a me m’ha stufato quella roba. Non l’ho mai sopportata, e non la sopporto ancora di più adesso… abbiam delle travazze così negli occhi nostri, però vai sempre a guardare le pagliuzze, le travi degli altri, però le nostre sembra proprio che non le vogliamo mai guardare». (Quel qualcuno, per inciso, è quello che ha scritto questo capolavoro.)

Obbè. Tanto, per quel che vi frega.