Stasera in piazza del Duomo, a Milano, c’era davvero tanta gente. Un po’ più di “tanta”. Un tweet dell’account @giulianopisapia parlava di 80mila persone. Ci sta. Ci stavamo tutti.
Non si capiva un cazzo, perché mi sa che il palco l’han tirato su all’ultimo e l’amplificazione non era un granché: peccato. Sul sagrato del Duomo, dove stavamo noi, si capiva proprio poco; si capiva di più già dagli scalini, e immagino che giù si sentisse ancora meglio. A un certo momento han fatto partire anche dei razzi: è stato bello.
Sul finale, prima di mandare nuovamente Tutta mia la città (ormai è una canzone che odio) son saliti dei cantanti lirici, due uomini e due donne, e hanno intonato il Nessun dorma. A parte un momento molto divertente, in cui uno dei tenori ha afferrato il microfono e anziché dire «Tramontate stelle» ha cantato «Tramonta PDL», e chi l’ha sentita ha riso e applaudito di gusto. A parte questo, è stata una bella interpretazione, sentita e commossa. Io mi son commosso perché ero nella folla e sentivo gli altri cantare – di solito non canto mai, in queste occasioni, perché canto male e stecco volentieri. Quindi me la godevo, ascoltavo i tenori e sentivo la folla.
Quando va giù e prende la rincorsa per fare esplodere il «Vincerò», ce l’hai presente, no? Vin è basso, o comunque più basso. Serve a prendere la rincorsa, proprio. Ecco, io ho sentito ottantamila persone andare giù, basse, roba di pancia, proprio, e poi esplodere di petto e di gola. Ottantamila persone, e c’era proprio gioia, in piazza, letizia. Annò, lei no.
(Poi, c’è da dire, nessuno fa quel pezzo come i Manowar quella volta a Milano, nel ’98, eh. Mettiamo le cose in chiaro.)
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