tutti alla finestra


Lunedì Ale e io abbiamo partecipato a Milano a un incontro organizzato da Gallizio editore, in cui alcuni pezzi di Mondadori (nella persona di Antonio Franchini e una piccola squadra di editor e personale dell’ufficio stampa) ascoltavano editori, blogger, giornalisti, ‘esperti’ parlare dell’ebook, delle aperture che consente, della novità, del cambiamento di alcune cose cui siamo abituati, della scomparsa di altre cose cui siamo abituati, e via andare. Si replicava mercoledì a Roma, e non so come sia andata, lì: ma su Twitter puoi seguire i vari tweet sull’argomento alla voce #narrativa12.

Eravamo una quarantina di persone: noi ne conoscevamo per nome, per fama, per Twitter qualcuno, ma il grosso ci erano completamente sconosciuti. Due sole persone avevamo già incontrato: Daniela (che ho rivisto dopo qualcosa come otto anni?) e Andrea di El Aleph.

Abbiamo ascoltato tutto, parlato pochissimo: tante cose dette, alcune molto interessanti; ogni tanto qualche sgommata in territori che non c’entravano una beneamata, ma tutto sommato contenuti.

La sensazione con cui ce ne siamo andati al ristorante cinese, a sera, è che siano in molti alla finestra ad aspettare una rivoluzione che moltissimi danno per annunciata e inevitabile. Tutti con gli occhi lanciati oltre la collina a guardare quando sale la marea, a volte gridando per niente, a volte scusandosi per cose che non si sono ancora verificate o che se anche si verificassero, a qualcuno non dispiacerebbe neanche e andrebbe bene così. La realtà è che la marea sale e scende, ogni sei ore: arriva piano e non è un’onda anomala. Gli indizi ci sono tutti, e il cambiamento è già in atto: solo che alcuni torneranno alla finestra e giacché il panorama sarà quasi perfettamente identico al giorno prima, ricominceranno a lanciare gli occhi oltre la collina, in attesa della marea. Poi tra un anno avranno l’acqua alla gola e si chiederanno dove han sbagliato.

E la cosa divertente è che la marea, dopo sei ore, cala.

{PS: Ale l’ha detta meglio qui.}