Nel febbraio del 2015 morì David Carr, uno dei migliori giornalisti statunitensi. Uno che aveva avuto un passato da dipendenze durissime e terribili, delle quali non si vergognava di parlare, e che negli anni era diventato non solo un professionista inarrivabile, ma un mentore d’eccezione. Sull’Atlantic c’è una bella raccolta di ricordi di suoi ex-protetti. Merita la lettura.
A me piace sempre ricordarlo in quell’intervista con i ragazzi di Vice, durante la quale Shane Smith minimizzò gli articoli del New York Times con la sbruffonaggine tipica della testata, e Carr gli rispose per le rime.