Nella mia vita ho letto tantissimi fumetti: fino ai diciotto in preponderanza di matrice americana, supereroistica; ma già dai sedici, diciassette anni circa i miei orizzonti si sono espansi. Verso la fine degli anni ’90 ho incontrato Sandman, prima da solo poi in compagnia di altri amici (ciao Jules), e credo di non dire una fesseria se dico che Sandman è il mio fumetto preferito, e sta lì assieme a uno o due manga, qualche storia Disney, e Born again, sì, Devil.
Questo articolo sui trent’anni di Sandman, pubblicato ieri su Fumettologica, è un bellissimo volo d’uccello su un fumetto che mi ha cambiato la vita, che mi ha aiutato a capire che le storie sono la cosa più importante che abbiamo. E quindi, nonostante i difetti piccoli e grandi, di cui Andrea Fiamma non lesina le sottolineature: grazie Neil Gaiman, grazie Sogno degli Eterni.